SPAZI & SOCIALIZZAZIONE

Il gatto è un animale stanziale che non appartiene ad un branco. La sua sopravvivenza dipende completamente dalle opportunità che gli offre il suo territorio e dalla sua capacità di utilizzarle. Ecco perché, quando viene spostato in un ambiente che non conosce, perde tutti i suoi punti di riferimento e di conseguenza anche la sua percezione di sicurezza.

I randagini che vengono ospitati nei nostri stalli spesso non possono tornare da dove arrivano, quindi, se ancora c’è margine di lavoro con loro, si troveranno gioco forza a dover vivere per un certo periodo in un ambiente che non solo non è quello a loro famigliare, ma spesso non contiene nemmeno nessun elemento paragonabile a quelli che avevano sperimentato fino a quel momento in natura.

Oltre quindi a cercare di “mimare”, per quanto possibile, condizioni di abitabilità a loro quantomeno vicine, stiamo attente a fornir loro più opportunità che gli permettano di utilizzare tutte quelle strategie naturali che metterebbero in campo di fronte alle difficoltà, così da agevolare un rientro alla calma il più veloce possibile.

La fuga, il mettersi al riparo, sono le scelte di preferenza del gatto in questi casi; da una tana, ma anche da una postazione in altezza, può permettersi di rilassarsi quantomeno quello che basta per cominciare a studiare la nuova situazione.

Lo stesso principio vale per l’ambientamento nelle case dei nostri adottanti: elementi famigliari che facciano da “ponte” tra la vecchia situazione e la nuova, possibilità di allontanarsi e nascondersi, disponibilità di utilizzare la terza dimensione; sono queste le basi della procedura che consigliamo di seguire. Ma la cosa più importante è essere davvero con loro, comprendere il loro stato d’animo, i loro bisogni, la loro comunicazione, e fargli capire che li rispettiamo.

Perché in fin dei conti siamo insieme a vivere in questa esperienza.